venerdì 28 ottobre 2011

Sentirsi un po' Jane Eyre

"Chi mi biasimerà? Molti, senza dubbio, e dirann che sono una creatura inquieta e insoddisfatta. Ma non posso evitarlo: l'inquietudine era parte della mia natura e spesso mi faceva soffrire. Allora il mio solo sollievo era camminare in su e in giù per il corridorio del terzo piano, indisturbata in quel silenzio e in quella solitudine, lasciando che la mia mente si cullasse nelle splendide fantasie che sapeva evocare (ed erano molte e ardenti), sentendo il mio cuore gonfiarsi d'una esultanza che, mentre lo faceva soffrire lo rendeva palpitante di vita; e soprattutto nell'intimo di una favola che non aveva mai fine - una favaola creata nella mia immaginazione, narrata di continuo e di continuo arricchita d'ogni sorta di eventi, fatti e sensazioni che desideravo e nn avevo nella mia attuale esistenza.
E' vano dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della quiete; gli uonibu hanno bisogno d'azione, e se non la trovano, la creano.Milioni e milioni sono condannati a un'esistenza più monotona della mia, e milioni si ribellano in silenzioa questa loro sorte. Nessuni sa quante rivolte, oltre quelle politiche, fermentino nelle masse viventi che popolano la terra. Si suppone che le donne siano generalmente molto calme; ma le donne sentono come gli uomni e come loro hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, hanno bisogno di un campo per i loro sofrzi. Soffrono esattamente come gli uomini d'esser costrette entro limiti angusti, di condurre un'esistenza troppo monotona e stagnante; e i loro più privilegiati compagni danno proca di ristrettezza di mente quando affermano che le donne dovrebbero accontentarsi di cucinare, fare la calza, di suonare il pianoforte e cantare. E' stolto condannarle o deriderle, se cercano di fare e apprendere più di quanto le consuetudini ritengono necessario per il loro sesso."


(Jane Eyre - Charlotte Bronte 1874 - Edizione RCS pg. 124-125)


Mai nulla di più vero...

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